Condivisione solidale della Parola di Dio nella XXX Domenica TOC

(Siracide 35, 15b-11.20-22a; Sal 33/34; 2Tim 4, 6-8. 16-18; Lc 18, 9-14). SINTESI PER IL MIO VIVERE CRISTIANO – N. 45

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Trentesima Domenica del Tempo Ordinario dell’Anno Liturgico C. 

  1. Il brano del Libro del Siracide (35, 15b-11.20-22a) mi dice che Dio ascolta sempre ogni buona e sincera preghiera. Ascolta sempre la preghiera del povero.
  2. Ma la domanda è: Quale deve essere l’atteggiamento nella preghiera per essere una preghiera buona e sincera, gradita a Dio? L’atteggiamento richiesto, secondo Luca  18, 9-14, è ” l’umiltà“. Che cos’è l’umiltà?

a) Direi prima che cosa non è

– L’umiltà è opposta, secondo l’introduzione di questo brano del Vangelo, all’intima presunzione di essere giusti e al disprezzare gli altri, giudicati ed additati come ingiusti  e peccatori. Questo è l’atteggiamento del fariseo.

– L’umiltà è opposta all’arroganza e la superbia.

– E’ opposta alla “falsa umiltà” che fa cadere nel mancato coraggio di difendere i propri valori e ciò che è positivo nel proprio essere.

– L’umiltà è opposta ad ogni forma di umiliazione altrui e di se medesimo!

bOra direi che cos’è l’umiltà spiegando chi è l’umile

– L’umile riconosce i propri errori e chiede perdono a Dio e agli altri che subiscono  torti.

– L’umile cerca la riconciliazione anche con chi gli ha recato offese.

– L’umile perdona e accetta il perdono.

– L’umile cerca e costruisce la pace vera, con la verità nella carità.

  • San Paolo mi dà l’esempio dell’umiltà cristiana: – egli riconosce i suoi peccati passati; – riconosce la grazia ricevuta con la misericordia di Dio; – egli testimonia della speranza nella corona di giustizia (cfr. 2Tim 4, 8) e di gloria dopo la vita spesa per annunciare il Vangelo di Cristo (cfr. 2Tim 4, 17).
  • L’esempio è dato per me che devo seguirlo col riconoscere i miei limiti, riconoscere che sono  stato giustificato dalla Redenzione di Cristo e testimoniare la speranza nella Salvezza portata e promessa dal Signore.

N.B. La giustificazione cristiana non è una dialettica di chi ha ragione e chi ha torto come in un tribunale legale, ma il fatto di essere stati resi giusti e capaci di giustizia dal Sangue del Signore morto e risorto per noi.

5) Brevi pensieri che mi aiutano in questa meditazione

1° Papa Francesco

“ La preghiera del pubblicano ci aiuta.. a capire che cosa è gradito a Dio. Egli non comincia dai suoi meriti, ma dalle sue mancanze; non dalla sua ricchezza, ma dalla sua povertà: non una povertà economica – i pubblicani erano ricchi e guadagnavano pure iniquamente, a spese dei loro connazionali – ma sente una povertà di vita, perché nel peccato non si vive mai bene… Pregare è lasciarsi guardare dentro da Dio – è Dio che mi guarda quando prego – , senza finzioni, senza scuse, senza giustificazioni” (Papa Francesco, Santa Messa per la conclusione del Sinodo dei vescovi per l’Amazzonia, 27 ottobre 2019).

2° Papa Francesco

“Siamo un po’ pubblicani, perché peccatori, e un po’ farisei, perché presuntuosi, capaci di giustificare noi stessi, campioni nei giustificarci ad arte! Con gli altri spesso funziona, ma con Dio no. Con Dio il trucco non funziona. Preghiamo per chiedere la grazia di sentirci bisognosi di misericordia, poveri dentro” (Papa Francesco, Santa Messa per la conclusione del Sinodo dei vescovi per l’Amazzonia, 27 ottobre 2019).

3° S.E.R. Mons. Paolo Ricciardi 

“Il pubblicano, peccatore consapevole … prega: ‘Signore, abbi pietà di me ‘. Mette al centro della sua preghiera non se stesso ma la pietà di Dio, non l’io ma il Tu, come nella preghiera del Padre nostro, dove mai si dice io, mai si dice mio, ma sempre tuo e nostro…

Il pubblicano non è perdonato perché è migliore del fariseo, ma perché si apre, come una porta che si socchiude al sole, a un Dio più grande del suo peccato, a un Dio che non si merita, ma si accoglie ( S. E.R. Mons. Ricciardi, Immersi della Parola. Pellegrini di Speranza, 51, 26 ottobre 2025.

Sac. Faustin K. M.