1️⃣ Introduzione – Tre parole per la vita cristiana

Fratelli e sorelle,
la Parola di Dio oggi ci consegna tre parole che dovremmo scolpire nel cuore: preghiera, umiltà, fedeltà.
Tre atteggiamenti che, più che virtù astratte, sono stile di vita cristiano: il modo con cui il credente si pone davanti a Dio e al mondo.

Il Siracide ci parla della preghiera dell’umile, san Paolo della fedeltà fino alla fine, e Gesù nel Vangelo ci mostra la vera umiltà del pubblicano che viene giustificato.


2️⃣ La preghiera che sale dalle nubi

⁠«La preghiera dell’umile attraversa le nubi e non si quieta finché non sia arrivata». (Sir 35,17)

Dio ascolta il grido di chi non ha altra forza che la fiducia.
Non è la preghiera fatta di molte parole, ma quella che nasce dal cuore.

Pensiamo a Santa Monica, madre di Sant’Agostino: per anni pregò tra lacrime e silenzio per la conversione del figlio. Non si stancò, non si disperò, ma tenne il cuore fisso in Dio. La sua preghiera “attraversò le nubi” e fu esaudita: Agostino divenne uno dei più grandi santi della Chiesa.

Così anche noi: se la nostra preghiera nasce da una fede umile e perseverante, non sarà mai inutile. Magari non cambia subito le situazioni, ma cambia noi, il nostro sguardo, il nostro cuore.


3️⃣ L’umiltà che apre le porte del cielo

Nel Vangelo, Gesù ci racconta di due uomini in preghiera: uno ringrazia Dio, ma guardando dall’alto gli altri; l’altro non osa alzare gli occhi, ma batte il petto dicendo:

⁠«O Dio, abbi pietà di me peccatore». (Lc 18,13)

Gesù dice che il pubblicano torna a casa “giustificato”, cioè in pace con Dio.
L’umiltà non è disprezzo di sé, ma verità di sé davanti a Dio: riconoscere che tutto è dono, che non siamo perfetti, ma amati così come siamo.

Pensiamo a San Francesco d’Assisi: non si vantava dei suoi digiuni o della sua povertà, ma diceva: “Quello che un uomo è davanti a Dio, quello è, e non di più.”
O a Santa Teresa di Lisieux, che scoprì la “piccola via”: non cercare grandi opere, ma fare le piccole cose con grande amore, riconoscendosi sempre piccola davanti a Dio.

Chi è umile lascia che sia Dio a compiere in lui le meraviglie.


4️⃣ La fedeltà nella prova

San Paolo, alla fine della sua vita, dice con serenità:

⁠«Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede». (2 Tm 4,7)

Queste parole profumano di fedeltà, non di successo. Paolo non ha avuto una vita facile: tradimenti, prigionie, solitudine… eppure è rimasto fedele.
La fedeltà non è tenere duro con le proprie forze, ma rimanere nella fiducia di Dio anche quando tutto sembra buio.

Pensiamo a San Giovanni Paolo II, che nella sofferenza della malattia ha continuato a testimoniare la fede fino all’ultimo respiro.
O a San Massimiliano Kolbe, fedele a Cristo fino al dono della vita nel campo di concentramento, quando offrì se stesso al posto di un padre di famiglia.

Questi santi ci insegnano che la fedeltà non è un sentimento momentaneo, ma una decisione d’amore che si rinnova ogni giorno.


5️⃣ Come vivere oggi queste tre virtù

Pregare con fiducia: non per ottenere ciò che vogliamo, ma per restare uniti a Dio.

Vivere con umiltà: non cercando il primo posto, ma servendo in silenzio.

Essere fedeli: nonostante le fatiche, continuare ad amare e a sperare.

Se viviamo così, la nostra vita diventa una preghiera viva, come quella dei santi che hanno saputo trasformare le prove in lode.


6️⃣ Conclusione e invocazione

Fratelli e sorelle,
oggi chiediamo al Signore di donarci un cuore che prega come Monica, che si umilia come Francesco, che resta fedele come Paolo.
Solo così la nostra vita diventa un “tempio” dove Dio è accolto e glorificato.

⁠Preghiera finale:

Signore Gesù,
insegnaci a pregare con cuore sincero,
a vivere con umiltà davanti a Te e agli uomini,
e a rimanere fedeli anche nelle prove.

Fa’ che come i tuoi santi possiamo portare nel mondo
la luce della fiducia, della mitezza e della perseveranza