Condivisione solidale della Parola di Dio nella XVIII Domenica TOC (Qo 1, 2; 21-23; Col 3, 1-5, 9-11; Lc 12,13-21). SINTESI PER IL MIO VIVERE CRISTIANO – N. 33
La Parola di Dio oggi mi istruisce sul valore della vita presente in questo mondo con i suoi beni avendo però lo sguardo rivolto ai beni eterni: al Paradiso!
1. Tante famiglie si dividono e vivono in discordia per causa dell’eredità (cfr. Lc 12, 13) e dei beni di questa terra. Tanti fratelli non vanno d’accordo, non si parlano e si accusano nei tribunali per motivi economici legati all’eredità terrena.
2. Gesù , ad una domanda su questo fatto, risponde invitando tutti a vivere su questa terra nella giustizia, nella carità e nella solidarietà, rinunciando alla cupidigia (cfr. Lc 12,15), all’avidità e all’egoismo.
E con la parabola dell’uomo ricco che scommetteva tutta la sua felicità sull’abbondanza dei suoi beni (Lc 12, 16-19), Gesù invita alla saggezza nella relazione con i beni di questa terra e nel loro uso. Questi beni terreni sono importanti, ma non devo attaccarci il cuore ; non devo assolutizzare i beni mondani, che sono mezzi per vivere degnamente, ma non come il fine ultimo: il Fine Ultimo è la Salvezza Eterna.
3. E’ ciò che ricorda S. Paolo nella Lettera ai Colossési (3, 1-5. 9-11). Come cristiano sono stato crocifisso al vecchio uomo in Cristo e sono risorto con Lui nell’Umanità nuova segnata dalla grazia divina, per guardare, ormai, alle cose di lassù (cfr. Col 3, 1-2)! Il “vecchio uomo” che è incline all’impurità, alla immoralità, alle passioni disordinate, ai desideri cattivi, alla cupidigia, alla menzogna e all’idolatria (cfr. Col 3, 5).
4. Senza citarlo, Gesù nella Parabola si riferisce a Qoèlet 1, 2; 2, 21-23 che dice che questo mondo passa con le sue vanità. Qoèlet è lo pseudonimo che è usato da un autore ignoto. Il libro è anche detto Ecclesiaste che vuole “il Presidente d’assemblea” o “l’Ecclesiaste” = “il Radunante”.
Il cardinale Gianfranco Ravasi e Mons. David Maria Turoldo nel loro commento a questo brano per la nuova edizione del Messale quotidiano delle Edizioni San Paolo(Cinisello Balsamo – MI 2020) scrivono:
“Qoèlet scopre nella vita terrena, identica per lo stolto e sapiente, più il colore della miseria che quello della fortuna. Qoèlet vede un mondo che è ‘vanità’, ‘hebel’, in ebraico (Qo1, 2), termine prediletto che indica la transitorietà del soffio, del vapore che si dilegua al primo schiaffo di vento; è il vuoto, il nulla, l’assurdo . Qoèlet puntualizza (…) la vana illusione della sapienza stessa e l’assurdità del piace e del lavoro. Il reale destino delle ricchezze ammassate con notti insonni, con ansie infinite e cadute tra le mani di un erede, magari stolto, è segnato dalla formula sconfortante e disillusa: ‘Anche questo è vanità’ (Qo 2, 21 e 23)” (p. 1361).
5. Sono invitato a investire bene la mia fatica umana e terrena per arricchirmi “presso Dio” (cfr. Lc 12, 21) in vista del Sommo Bene, della Beatitudine in Dio, dell’Eredità Eterna in Cristo, della Vita Piena nell’al di là: in Paradiso!
6. Alcuni brevi pensieri che mi aiutano in questa meditazione :
1° San Giovanni Paolo II:
“Molte cose saranno necessarie per il cammino storico della Chiesa: ma se manca la carità, tutto sarà inutile”:
“Beaucoup de choses seront nécessaires pour le cheminement historique de l’Eglise: mais si la charitéfait défaut, tout sera inutile” (Saint Jean-Paul II, Une pensée par jour, Médiaspaul, Paris 2009, p. 68).
2° Card. Angelo Comastri:
“La ricchezza del cuore buono, della ricchezza della carità, la ricchezza del servizio, la ricchezza della generosità: è l’unica ricchezza che rende felici ed è l’unica ricchezza che dura per l’eternità” (in Messalino quotidiano, Fondazione OasiApp, Teramo, (Domenica, 3 agosto 2025, p. 34).
3° Mons. Giuseppe Mani:
“Il denaro è un bene materiale che può essere considerato un vero dono di Dio come tutti i beni della terra. Sia capitalizzare per sé, sia sprecare come il figliol prodigo della parabola, sono contro lo spirito di Dio. Quando a proposito dei beni si affronta il tema della povertà è facile finire nel pittoresco entrando nella casistica che è il contrario della morale cattolica” (2025giuseppemani.it).
4° Rev. Prof. Dr. Rocco D’Ambrosio:
“Dobbiamo lavorare, risparmiare, investire ma senza diventare avidi, se non ci accontentiamo vuol dire che facciamo dipendere la nostra vita dai beni. (…). Anche quelli meno ricchi, operai e lavoratori dipendenti, persino disoccupati , spesso, anche loro sono morsi dall’avidità. Non perché hanno ma perché vorrebbero avere e muoiono di invidia nel guardare chi ha” (cercasiunfine.it).
Sac. Faustin K. Mundendi
Nando
Don. Grazie per la meditazione e l’opportunità dell’esame di coscienza. A presto
Faustin
Grazie caro Nando. Contento del tuo parere. Lode al Signore.
Maurizio Ferrari
Grazie Faustin , preziosa riflessione, ne faremo tesoro.
Gesù ti benedica grandemente
Faustin
Caro Maurizio vedo solo ora il utilissimo contento. Dio benedica anche. Grazie mille.