Condivisione solidale della Parola di Dio nella XV Domenica TOC (Dt 30, 10-14; Sal 18/19; Col 1, 15-20; Lc 10, 25-37). SINTESI PER IL MIO VIVERE CRISTIANO – N. 30

La dinamica delle progressive domande e risposte del dottore della Legge e Gesù nel brano del vangelo secondo Luca (10, 25-37) mi fa riflettere e trarre una sintesi utile per il mio vivere cristiano in modo più o meno strutturato.

  1. La domanda del dottore della Legge per mettere alla prova il Signore è precisa. Dice: “Maestro che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?” (Lc 10, 25). La precisione è sul cosa da “fare”.
  2. Gesù gli fa ricordare ciò che è scritto nella Legge di cui egli è “dottore”: il comandamento dell’Amore. Egli lo sa bene in quanto lo recita più volte nella preghiera quotidiana: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima , con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso” (Lc 10, 27).
  3. Il “fare”  e il “vivere”. Il dottore della Legge conosce bene mentalmente il contenuto della sua risposta. Non basta conoscere. C’è un passaggio da fare: “il fare”, l’impegnarsi concretamente, il rimboccarsi le maniche…
  4. Sicuramente imbarazzato, il dottore della Legge passa ad un’altra domanda: “E chi è mio prossimo?” (Lc 10, 29). E’ una domanda profonda che il Signore prende sul serio. Egli vi risponde dicendo “la parabola del buon samaritano” (Lc 10, 30-35). Passano oltre, senza fermarci, le persone considerate come avendo uno spessore religioso e morale, uomini probabilmente Ebrei ortodossi. Si ferma presso quell’uomo incappato nei banditi un Samaritano, uomo considerato come un Ebreo ibrido, infedele, non ortodosso, un eretico. 
  5. Compassione vera: Misericordia. Dopo il racconto della parabola del buon Samaritano, Gesù fa confessare il dottore della Legge con la domanda: “Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?” (Lc 10, 36). E il dottore: “ Chi ha avuto compassione di lui”(Lc 10, 37). Il che vuole dire: Colui che ha condiviso il suo dolore, colui che si è addossato il suo patire – il compatire – , colui che si è chinato sulla sua miseria  –  misericordia -, colui che ha fatto parte della sua condizione di bisogno per trovare una soluzione concreta…; Colui che è stato particolarmente “presente”, colui che si è sporcato le mani nel curare l’uomo ferito, colui che ha speso le sue energie e il suo denaro per la causa…

6) Il consiglio finale del signore al dottore della Legge: “ Va e anche tu fa così ” (Lc 10, 37). Ciò vuole dire che importante non è di sapere chi è mio prossimo – che è qualunque persona che sia di fronte a me con la sua reale situazione, soprattutto  la persona che è in condizione di necessità – ma come io mi faccio prossimo per l’altro.

Il “fare” ritorna come risposta al dottore della Legge. Ciò che deve fare per ereditare la vita eterna è l’impegnarsi nell’Amore per Dio e per il prossimo, essere se stesso prossimo del “volto dell’altro” (Emmanuel Lévinas).

7) Alcuni brevi pensieri   che mi aiutano in questa meditazione :

1° Il profeta Michea 6, 8:

“Uomo, ti è stato insegnato ciò  che è buono e ciò che richiede il Signore da te: praticare la giustizia, amare la bontà, camminare umilmente con il tuo Dio”(citato dal Rev. Prof. R. D’ambrosio: cercasiunfine.it)

2° “ Conviene tener fermo quanto ha scritto Primo Mazzolari: ‘ Chi ha poca carità vede pochi poveri, chi ha molta carità vede molti poveri, chi non ha nessuna carità non vede nessuno” ( Rev. Prof. R. D’Ambrosio: cercasiunfine.it).

3° “La carità vuol dire amare la persona, quella in carne ed ossa: Se non ami una persona precisa non ami, questa è la realtà” (Mons. Giuseppe Mani: 2025giuseppemani.it)

4° “Gesù vuol dirci che tutti i valori devono avere un nome preciso: ‘ amo questa persona, la amo col cuore e cerco il suo bene’; il resto è teoria che non serve” ( Mons. Giuseppe Mani: 2025giuseppemani.it).

5° Papa Francesco:

“E Dio, nostro Padre, è misericordioso, perché ha compassione; è capace di avere questa compassione, di avvicinarsi al nostro dolore, al nostro peccato, ai nostri vizi, alle nostre miserie. 

La vergine Maria ci aiuti a comprendere e soprattutto a vivere sempre più il legame inscindibile e che c’è tra l’amore per Dio nostro Padre e l’amore concreto e generoso per i nostri fratelli, e ci dia la grazia di avere compassione e crescere nella compassione” (Papa Francesco, Angelus, 14 luglio 2019).

Sac. Faustin K. Mundendi