Condivisione solidale della Parola di Dio nella Solennità del Corpus Domini C (Gen 14, 18-20; Sal 109/110; 1 Cor 11, 23-26; Lc 9, 11b-17). SINTESI PER IL MIO VIVERE CRISTIANO – N. 27
Ho celebrato la Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, nell’Anno liturgico C e ho colto preziosi punti luminosi.
1) Cristo Gesù è Il Sacerdote Eterno come Mechisedek che benedisse Abram (cfr. Gen 14, 18-20).
2) Gesù all’Ultima Cena: anticipa nell‘istituzione dell’Eucaristia, la Conclusione dell’Alleanza Eterna tra Dio e il Popolo, non più con il Sangue degli animali ma con il Suo preziosissimo Sangue, Sangue dell’Agnello Immolato: Dono di Sé, per amore, per offrire la misericordia e il perdono di Dio. E’ il Sangue versato per la riconciliazione tra Dio e gli uomini peccatori.
3) Nell’Eucaristia, Gesù opera il miracolo dei miracoli per rendere la presenza di Dio sempre accessibile a me.
Nell’Eucaristia Gesù è realmente, veramente e interamente presente. La sua presenza è reale, non è una finzione. Mi ricordo, fra altri, i miracoli eucaristici avvenuti in Italia: a Lanciano e a Bolsena.
Gesù si fa cibo per me, con il suo Corpo e il suo Sangue.
San Paolo, nella 1a lettera ai Corinzi racconta:
“Il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane, e dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: « questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me. Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: ‘ Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me’ “(1 Cor 11, 23-24).
4) Spiega poi S. Paolo: “Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga”(1 Cor 11, 26). Che vorrà dire?
Mons. Giuseppe Mani spiega:
“Annunciare, fare memoria” significa rendere presente quello che si ricorda. Far memoria della morte del Signore significa rendere presenti i frutti della sua passione salvatrice.(…). La partecipazione alla Messa non è una pura assistenza ad un rito, ma una condivisione del mistero, infatti alla Messa ciascuno porta le proprie sofferenze, i propri dolori, il proprio sudore, il proprio sangue che unito al Sangue di Cristo redime il mondo. Era catechesi corrente tra i primi cristiani: partecipare alla Messa fino a desiderare di diventare il pane e il frumento” (cfr. Copyright”@2015giuseppemani.it)
Ora capisco la reazione dei martiri di Abitene (Tunisia, nell’anno 304) a cui le autorità volevano impedire di onorare il Signore partecipando alla Messa domenicale: “Sine Dominico non possumus vivere”: “senza l’Eucarestia non possiamo vivere” – “Senza il Signore, non possiamo vivere” ( cfr. C.E.I, “I santi martiri di Abitene”: www.chiesacattolica.it).
Alla Comunione eucaristica, il Signore entra in me , abita in me: mangio il Signore. con gli altri fratelli e sorelle nella fede in Cristo-Salvatore, tutti affamati del Pane della Vita Eterna (cfr. Lc 11, 13).
5) Il Pane consacrato! In esso ” si portano tutte le sofferenze dell’umanità che Gesù stesso ha assunto e porta in sé offrendole al Padre, facendole diventare di valore infinito per la salvezza del mondo. Gesù è sempre in stato di vittima che si offre al Padre per la redenzione del mondo. In ogni istante al mondo c’è un sacerdote che fa quello che fece Gesù nel cenacolo ed obbedisce alla Sua Parola: “Fate questo in memoria di me”(cfr. copyright”@2025giuseppemani.it).
6) La processione eucaristica porta la speranza del popolo cristiano in cammino di fede. A questo proposito Mons. Mani contribuisce alla mia meditazione:
“ Il popolo cristiano è questo: un popolo in cammino che spera con la certezza di portare con sé la Speranza in Persona. Questa volta le strade sono attraversate da una processione, non da un corteo di proteste e di rivendicazioni. Quel pane che portiamo è addirittura il modello di vita per una società che si ama e si dona, in cui ciascuno deve diventare pane, perché nessun fratello abbia fame. La Processione del Corpus Domini è l’immagine perfetta del cristianesimo che non è né una dottrina, né una associazione a cui aderire, ma è una sequela, la sequela di Cristo vivo e presente in mezzo a noi. È chiaramente il segno più eloquente del Giubileo da vivere come Popolo in cammino nella speranza”(copyright”@2025giuseppemani.it).
Benedetto XVI nella Messa di questa Solennità il 7 giugno 2007 diceva fra altro:
“In processione, quasi a portare idealmente il Signore Gesù per tutte le vie e i quartieri (…), per così dire, nella quotidianità della nostra vita, perché Egli cammini dove noi camminiamo, perché Egli viva dove noi viviamo. (…) Noi camminiamo sulle strade del mondo sapendo di aver Lui a fianco, sorretti dalla speranza di poterlo un giorno vedere a viso svelato nell’incontro definitivo”.
7) L’Eucaristia essendo essenzialmente un ringraziamento, col Salmo 115, ringrazio il Signore per questo DONO dei doni:
“Che cosa renderò al Signore,
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.
A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore”.
AMEN.
Sac Faustin K. Mundendi
Faustin Mundendi
Ops: Ho corretto nel testo: “Abitene” in Tunisia, martiri nel 304, sotto Diocleziano.