Carissimi fratelli e sorelle,

oggi celebriamo la solennità di Pentecoste, il giorno in cui lo Spirito Santo scende sugli Apostoli, riuniti nel Cenacolo con Maria, e da lì nasce la Chiesa. È il giorno in cui Dio stesso, con la forza del suo Spirito, apre le porte, scioglie le lingue, accende i cuori.

E in questa celebrazione vogliamo anche ricordare e ringraziare Dio per il Giubileo delle associazioni, movimenti e realtà ecclesiali che vivono nella nostra Chiesa. È lo Spirito Santo che suscita questi cammini di fede, che dona carismi, che fa fiorire la varietà e la ricchezza dei doni nella comunione.

1. Lo Spirito fa nascere la vita, la missione, la Chiesa

Il racconto degli Atti ci presenta un evento potente: un vento impetuoso, lingue di fuoco, e poi parole che tutti possono comprendere. È Dio che si fa vicino, che abita nella sua Chiesa, non dall’alto dei cieli, ma nel cuore di ogni credente.

Con la Pentecoste, la Chiesa nasce missionaria: non più chiusa nel Cenacolo per paura, ma aperta al mondo, forte della presenza dello Spirito. E questa missione non è affidata solo ai sacerdoti o ai religiosi, ma a tutto il popolo di Dio: laici, giovani, famiglie, anziani… ognuno, con i suoi doni, è chiamato a testimoniare il Vangelo.

2. Il Giubileo delle Associazioni: segno vivo dello Spirito

In questo tempo giubilare, le associazioni cattoliche, i movimenti, i gruppi di preghiera e di servizio sono segni concreti di come lo Spirito agisce nella storia. Ognuno di questi cammini è nato da un’intuizione, da un carisma, da una chiamata a rispondere a un bisogno.

Pensiamo alla vivacità delle parrocchie, ai giovani riuniti nei gruppi scout, all’impegno silenzioso di chi visita i malati, alla bellezza della catechesi fatta con passione, alla cura dei poveri, alla preghiera comunitaria, all’annuncio nei luoghi difficili. Tutto questo è opera dello Spirito Santo!

Lo Spirito non uniforma, ma armonizza. Non cancella le differenze, ma le fa dialogare. Ecco il miracolo della Pentecoste: ciascuno parla la propria lingua, ma tutti si comprendono. Così nella Chiesa: tante strade, una sola fede. Tanti volti, un solo corpo. Tanti carismi, un solo Spirito.

3. Vivere nello Spirito: con gioia, libertà e ardore

Fratelli e sorelle, lasciamoci coinvolgere! Lo Spirito non è un’idea, ma una presenza viva, che trasforma le persone e le comunità. Dove c’è lo Spirito Santo, c’è gioia, creatività, libertà, coraggio.

Il mondo di oggi ha sete di autenticità, di testimonianza, di vita vera. Le associazioni e i movimenti ecclesiali hanno il compito di portare la freschezza del Vangelo, di essere fermento, di essere luce, di essere casa per chi cerca.

Chiediamoci: Lo Spirito Santo è vivo in me? Nei nostri gruppi? Ci lasciamo guidare da Lui o ci chiudiamo nelle abitudini e nella stanchezza?

Pentecoste ci invita a non vivere di nostalgia, ma ad aprirci alle sorprese di Dio. Lo Spirito è sempre più avanti di noi, ci precede, ci provoca, ci manda.

Conclusione

Nel giorno in cui celebriamo la Pentecoste e il Giubileo delle nostre realtà ecclesiali, rendiamo grazie per quanto lo Spirito compie tra noi.

Maria, che era con gli Apostoli nel Cenacolo, ci accompagni. Ci aiuti a custodire l’unità nella diversità. A non spegnere il fuoco dello Spirito, ma a lasciarci accendere e inviare.

E allora, fratelli e sorelle, con gioia, possiamo dire insieme: “Vieni, Spirito Santo. Rinnova la tua Chiesa. Rinnova la nostra vita. Rinnova il mondo!”

Amen.