Omelia – XXVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) – Don John Betancur

Omelia – XXVIII Domenica del Tempo Ordinario

Fratelli e sorelle,

oggi il Vangelo ci racconta un incontro che dice molto del cuore di Dio: dieci lebbrosi, uomini scartati dalla società, gridano a Gesù da lontano:
“Gesù, Maestro, abbi pietà di noi!”

Non si avvicinano — non possono — ma la loro voce arriva al cuore di Cristo. E Gesù non li evita, non si scandalizza, non si allontana: li ascolta e dice semplicemente “Andate a mostrarvi ai sacerdoti.”
E, mentre vanno, vengono guariti.

È un passaggio bellissimo: la guarigione avviene lungo la strada, non all’istante. È un segno che la fede cresce camminando, fidandosi della parola di Gesù anche quando non si vede ancora il risultato.
Così è la vita cristiana: si guarisce mentre si cammina, si comprende mentre si obbedisce, si vede la luce mentre si segue il Signore.

Ma il Vangelo aggiunge un dettaglio che colpisce: solo uno dei dieci torna indietro.
Solo uno sente il bisogno di ringraziare.
Gesù se ne accorge e chiede:

⁠“Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono?”

E poi gli dice:

⁠“Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato.”

Ecco la differenza: tutti sono guariti, ma solo uno è salvato.
Tutti hanno ricevuto un dono, ma solo uno ha riconosciuto il Donatore.
La gratitudine lo ha reso veramente credente.


💡 Tre piccoli insegnamenti per noi

1.⁠ ⁠Tutti abbiamo le nostre “lebbre”
Non si tratta solo di malattie del corpo, ma di ferite del cuore: orgoglio, indifferenza, mancanza di perdono, paura. Gesù non si allontana da noi per questo: ci viene incontro, ascolta il nostro grido, e ci mette in cammino verso la guarigione.

2.⁠ ⁠La grazia si riceve “in cammino”
Non sempre vediamo subito i frutti della fede. Ma chi si fida, come i lebbrosi, scopre che Dio agisce mentre camminiamo. La fede è fiducia in un Dio che opera anche quando non lo sentiamo.

3.⁠ ⁠La gratitudine ci salva
Tornare a dire “grazie” è segno di un cuore che ha capito.
Chi ringrazia, riconosce di non essere autosufficiente; riconosce che tutto è dono.
E il ringraziamento ci apre alla gioia, ci rende più umani, ci fa vivere nella pace.
Il cristiano è un uomo e una donna della gratitudine.


🙏 Conclusione

Fratelli e sorelle, oggi il Signore ci invita a riconoscere i doni che ogni giorno riceviamo: la vita, la fede, la famiglia, la comunità, il perdono.
Tutto è grazia.

Allora, come il lebbroso che torna da Gesù, anche noi possiamo inginocchiarci davanti a Lui e dire con il cuore:
“Grazie, Signore Gesù, perché mi hai guardato, mi hai ascoltato e mi hai rimesso in cammino.”

E ogni volta che diciamo “grazie” a Dio — nella preghiera, nella Messa, nella vita — la nostra fede cresce e diventa salvezza.

Amen.

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1 commento

  1. Maria Teresa

    Omelia molto bella

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