1. Una Chiesa che ricorda e spera
Fratelli e sorelle,
oggi la Chiesa si ferma a pregare per tutti i fedeli defunti, per quanti ci hanno preceduto nel segno della fede e dormono il sonno della pace.
Non è una giornata di tristezza, ma di memoria piena di speranza. La Chiesa, nostra madre, ci insegna che la morte non è la fine di tutto, ma un passaggio verso la pienezza della vita in Dio.
Siamo qui, come comunità parrocchiale, come famiglia di famiglie, radunati attorno all’altare: luogo dove la vita e la morte si incontrano nell’amore di Cristo.
Ogni Eucaristia è un ponte tra cielo e terra: in essa preghiamo non solo per noi, ma anche per coloro che ci hanno lasciato, certi che in Cristo siamo ancora uniti.
2. Il grido della fede: “Io so che il mio Redentore è vivo”
Nella prima lettura, Giobbe — uomo provato dal dolore e dalla perdita — osa proclamare una certezza che nasce dal cuore della fede:
“Io so che il mio Redentore è vivo.”
Anche noi, come Giobbe, oggi portiamo nel cuore la fatica del distacco, la nostalgia di chi ci manca. Ma la Parola di Dio ci invita a guardare oltre: non alla tomba, ma al Redentore.
La speranza cristiana non nega il dolore, ma lo trasfigura: ci dice che chi ha amato, chi ha creduto, chi ha seminato il bene, non è perduto, ma è custodito in Dio.
3. “Il Signore è mia luce e mia salvezza”
Il Salmo di oggi è una preghiera che potrebbe nascere sulle labbra di ciascuno di noi:
“Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò timore?”
Quando camminiamo nelle tenebre della perdita, il Signore è la luce che ci guida.
Quando la paura della morte sembra oscurare tutto, la fede ci fa ripetere: “Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi.”
Questo è il cuore della fede: non siamo soli. I nostri cari non sono scomparsi: vivono in Dio, e un giorno li rivedremo.
4. Uniti a Cristo nella morte e nella vita
San Paolo, nella seconda lettura, ci ricorda che il Battesimo ci unisce a Cristo nella sua morte e risurrezione.
Essere cristiani significa vivere già da ora quella comunione che la morte non può spezzare.
Quando partecipiamo all’Eucaristia, celebriamo proprio questo mistero: Cristo morto e risorto, che ci fa partecipi della sua vita eterna.
La Messa che celebriamo oggi è quindi una comunione d’amore: tra noi che siamo in cammino e coloro che hanno raggiunto la meta.
In ogni Eucaristia, il cielo si apre e la famiglia di Dio si ritrova unita: la Chiesa del cielo e la Chiesa della terra insieme lodano lo stesso Signore.
5. “Chi crede in me ha la vita eterna”
Nel Vangelo, Gesù ci rivolge parole di consolazione e di promessa:
“Chi crede nel Figlio ha la vita eterna, e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.”
In queste parole è racchiuso tutto il Vangelo: l’amore del Padre che non abbandona nessuno, la fedeltà di Cristo che non perde nessuno di coloro che gli sono stati affidati.
Quando affidiamo a Dio i nostri defunti, non li consegniamo al nulla, ma alle braccia di un Padre che li accoglie, li purifica, li abbraccia e li introduce nella sua casa.
6. La famiglia e la comunità: memoria e speranza
Oggi pensiamo con affetto alle nostre famiglie, ai genitori, ai nonni, agli amici, a quanti hanno costruito la nostra comunità con la loro fede e la loro fatica quotidiana.
Essi continuano a vivere nelle nostre case, nelle nostre scelte, nei valori che ci hanno trasmesso.
La famiglia cristiana è chiamata a custodire la memoria, a insegnare ai figli a pregare per i defunti, a parlare della morte non con paura, ma con fede.
E come comunità parrocchiale, vogliamo essere segno di speranza: un popolo che crede nella vita eterna, che accompagna chi soffre, che non lascia soli coloro che piangono.
7. Conclusione
Fratelli e sorelle,
oggi non celebriamo l’assenza, ma la presenza dell’amore di Dio che vince la morte.
Il Signore Gesù, risorto, è qui in mezzo a noi: nel Vangelo che ci parla, nel Pane che ci nutre, nella comunione che ci unisce ai nostri cari.
Viviamo questa Eucaristia come un atto di fede, di amore e di speranza:
perché in Cristo nessuno è perduto, e la nostra vita — come quella dei nostri defunti — è custodita per sempre nelle mani del Padre.
“L’eterno riposo dona loro, o Signore,
e splenda ad essi la luce perpetua.
Riposino in pace. Amen.”
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