Fratelli e sorelle,
oggi la Parola di Dio ci provoca con immagini forti.
Il profeta Amos denuncia le ingiustizie di chi sfrutta i poveri, falsifica le bilance, riduce in schiavitù chi è fragile. Paolo invita a pregare per tutti, perché Dio vuole che tutti siano salvati. E Gesù, nel Vangelo, racconta la parabola dell’amministratore disonesto: un uomo scaltro, che, davanti a una crisi, non resta fermo, ma trova una via d’uscita.
Eppure Gesù non loda la disonestà: loda la scaltrezza, la prontezza, la lungimiranza e l’intelligenza di chi sa cogliere il momento, pensare al futuro, agire con decisione.
- La scaltrezza evangelica
“I figli di questo mondo sono più scaltri dei figli della luce” (Lc 16,8).
Gesù ci invita a non essere ingenui: non basta avere buone intenzioni, serve anche capacità, creatività, vigilanza. La scaltrezza del Vangelo è usare i beni, le relazioni, il tempo non per accumulare, ma per costruire comunione, amicizia, fraternità.
- La prontezza che non rimanda
L’amministratore, davanti alla crisi, non si perde d’animo: agisce subito. Così anche noi siamo chiamati a non rimandare le scelte di fede, a non aspettare condizioni perfette per amare, condividere, servire. Il Regno di Dio si gioca nell’“oggi”.
- La lungimiranza che guarda oltre
Quell’uomo pensa al domani. Anche noi, come Chiesa, siamo chiamati a guardare avanti, a immaginare il futuro. Il cammino sinodale ci spinge proprio a questo: non restare fermi al passato, ma ascoltare lo Spirito che apre vie nuove per annunciare il Vangelo.
- L’intelligenza che orienta
Tutte queste qualità devono essere guidate dall’intelligenza della fede, il dono dello Spirito che aiuta a discernere ciò che viene da Dio e ciò che è illusione. Qui nasce il discernimento comunitario, l’ascolto reciproco che costruisce decisioni condivise e autenticamente evangeliche.
- Dal Vangelo alla missione
Scaltrezza, prontezza, lungimiranza e intelligenza diventano strumenti della missione:
per annunciare il Vangelo in un mondo complesso,
per usare i beni con giustizia e solidarietà,
per rispondere ai poveri e agli esclusi,
per costruire una Chiesa che non si chiude, ma cammina insieme.
Conclusione
Fratelli e sorelle,
la Parola oggi ci chiede: Siamo scaltri per il Regno? Sappiamo usare i nostri beni, il nostro tempo, i nostri talenti con intelligenza, prontezza e lungimiranza, al servizio dell’amore e della giustizia?
Ricordiamo: “Non potete servire Dio e la ricchezza” (Lc 16,13). Servire Dio significa imparare a donare, anche nella difficoltà, e proprio lì scoprire la libertà vera.
Chiediamo al Signore che il nostro cammino sinodale diventi un allenamento di comunità scaltra, pronta, lungimirante e intelligente, capace di vivere e testimoniare la gioia del Vangelo.
Amen.
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